La cessione del quinto è una delle formule di finanziamento più richieste in Italia. In questo articolo verrà illustrato nel dettaglio cos’è e come funziona questo prestito personale dedicato a dipendenti e pensionati.
Cos’è la cessione del quinto
Un piccolo progetto importante, una spesa imprevista o la necessità di avere a portata di mano una somma extra: le ragioni che spingono un consumatore a richiedere un finanziamento sono tra le più disparate. Il prestito è un prodotto finanziario molto semplice in teoria, in quanto offre la possibilità di ottenere la somma richiesta in breve tempo, rimborsandola in comode rate mensili a al tasso di interesse pattuito nel contratto. In realtà, prima di richiedere la cifra necessaria, occorre valutare con attenzione tempi di erogazione, sostenibilità del prestito stesso ovvero la compatibilità del rimborso con le proprie entrate mensili e condizioni economiche del finanziamento. I prestiti non sono tutti uguali tra loro e l’esigenza improvvisa di liquidità, soprattutto a fronte di un motivo generico e non finalizzato, è considerata un’attività ad alto rischio finanziario.
La cessione del quinto è un prestito personale al consumo di breve-medio termine che viene rimborsato con rate non superiori al 20% dello stipendio o della pensione. Tale formula di finanziamento è sempre più diffusa perché non è finalizzata quindi non deve essere legata ad acquisti ben definiti, offre tassi vantaggiosi e soprattutto viene erogata in tempi relativamente brevi. Il rimborso è a tasso fisso e la somma che può essere richiesta è variabile. La differenza con gli altri prestiti risiede nel concetto che non è il lavoratore ad effettuare il rimborso ma il suo datore di lavoro o l’istituto previdenziale trattenendo il dovuto dalla busta paga o dalla pensione. Le rate devono essere di importo pari o inferiore al quinto dello stipendio e vengono versate direttamente alla banca o alla finanziaria che ha concesso il finanziamento.
Chi può richiedere la cessione del quinto?
La cessione del quinto può essere richiesta esclusivamente da:
· dipendenti pubblici o statali
· dipendenti privati
· pensionati
La normativa vigente prevede alcuni requisiti di ammissibilità molto importanti. È indispensabile avere un’età compresa tra 18 e 85 anni e un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Le compagnie assicurative che forniscono la polizza richiedono anche una soglia minima di anzianità lavorativa perché sono previste delle coperture assicurative obbligatorie in caso di perdita del lavoro o morte del richiedente. Tale limite non è stabilito in modo univoco dalla legge, ma è lasciato alla discrezione delle singole compagnie. Una domanda specifica in sede di richiesta della cessione o uno sguardo attento al contratto proposto dall’ente sarà sufficiente per accertarsi della presenza di tale clausola.
Il rimborso non può superare la durata di 120 mesi. In questo lasso di tempo il lavoratore o il pensionato non possono richiedere un anticipo sul TFR, il trattamento di fine rapporto. La ragione di questa clausola è rintracciabile nelle garanzie assicurative necessarie di cui abbiamo parlato sopra. La cosiddetta liquidazione è una copertura richiesta dall’assicurazione, la quale in caso di licenziamento o premorienza del dipendente dovrà saldare il debito residuo con la banca o l’istituto finanziario. Un altro passaggio fondamentale riguarda il concetto per cui la cessione del quinto non necessita di garanzie patrimoniali o immobiliari. Questo aspetto è legato alla natura del prestito che non prevede l’erogazione della somma richiesta per motivi specifici, non occorre quindi, in parole povere, una causa che vada a giustificare la richiesta.
Una piccola precisazione: il costo della polizza assicurativa, soprattutto nel caso in cui il richiedente sia un pensionato, può essere a carico totale del consumatore. È buona norma quindi, prima della sottoscrizione del prestito, verificare che il costo finale del finanziamento non risenta dei costi troppo elevati di tali coperture assicurative.
Uno dei motivi per cui la cessione del quinto incontra il favore dei consumatori risiede in un particolare molto importante. La richiesta infatti può venire inoltrata anche dal dipendente qualificato come cattivo pagatore, da chi ha avuto in passato problemi di solvibilità e può essere richiesta anche in presenza di altri prestiti già erogati.
I requisiti necessari affinché la richiesta vada a buon fine riguardano anche il datore di lavoro il quale ovviamente dovrà per prima cosa dare il suo consenso al finanziamento. In sede di delibera della cessione verranno valutati alcuni criteri di ammissibilità che riguardano direttamente l’azienda come la presenza di un capitale sociale superiore rispetto a un minimo garantito (solitamente la base è 30.000 euro) oppure, ad esempio, la presenza di un determinato numero di dipendenti.
Come deve essere strutturato un contratto di cessione del quinto?
Il dipendente o il pensionato dovrà controllare che il contratto di finanziamento contenga:
· L’ammontare del finanziamento
· Modalità di rimborso
· Copertura assicurativa
· La richiesta di eventuali garanzie
· Tasso di interesse applicato con esplicito e inequivocabile riferimento al TAEG
· Chiara indicazione di tutte le spese accessorie
· Elenco dettagliato delle condizioni che possono modificare il TAEG
· Importo di tutti gli oneri esclusi dal calcolo del TAEG
È fondamentale che, prima della firma del contratto, il richiedente richieda e riceva il testo delle “Informazioni europee di base sul credito ai consumatori”. Inoltre ogni soggetto coinvolto nella richiesta (gli stakeholder) deve essere messo nella condizione di ricevere il prodotto finanziario da esaminare con cura prima della firma.
Documenti necessari per la richiesta del prestito
Il dipendente o il pensionato devono fornire, oltre alla copia dei propri documenti e codice fiscale:
· L’assenso del datore di lavoro o Ente
· Ultima busta paga o il cedolino della pensione
A questi due documenti va allegato anche il certificato dello stipendio. Questo è un modulo nel quale devono essere indicati con chiarezza la data di assunzione, il TFR maturato, la retribuzione annua e mensile, eventuali trattenute o pignoramenti. Questo documento deve essere richiesto all’ufficio amministrativo del personale della propria azienda.
Il richiedente deve fornire anche la delega da lui espressamente firmata in cui autorizza il proprio datore di lavoro o l’Ente che eroga la pensione, a prelevare ogni mese la somma pattuita per il rimborso del prestito.
Come si calcola l’importo del finanziamento?
L’ammontare della cessione del quinto dello stipendio o della pensione non può superare una determinata cifra. La soglia massima viene stabilita tenendo conto di fattori ben precisi come gli anni di servizio, la liquidazione maturata e l’importo mensile dello stipendio o della pensione. Un lavoratore che presta servizio in un’azienda da molti anni e quindi ha maturato un TFR congruo, offre più garanzie all’istituto che deve concedere il prestito. Allo stesso modo, a fronte del principio per cui non è possibile richiedere più del 20% della propria retribuzione mensile, uno stipendio alto permette di richiedere una somma maggiore.
Durata del finanziamento
Il rimborso, in caso di cessione del quinto, va da un minimo di 3 a un massimo di 10 anni. Il richiedente è quindi libero di stabilire la durata massima entro al quale dovrà rimborsare la cifra richiesta. Particolari limitazioni alla durata sono previste per i pensionati perché ovviamente la soglia sarà determinata dall’età anagrafica del soggetto in questione.
Estinzione del finanziamento
Il prestito cessa alla scadenza naturale prevista all’inizio del contratto e al pagamento di tutte le rate. In realtà è possibile estinguere anticipatamente la cessione del quinto anche se il legislatore ha previsto delle clausole specifiche in relazione a tale eventualità.
Se alla scadenza del contratto manca più di un anno, l’estinzione anticipata comporta una mora dell’1% che scende allo 0,5% qualora manchi meno di un anno. In alcuni casi l’estinzione anticipata comporta dei costi aggiuntivi che devono essere espressamente previsti nel manuale delle Informazioni Europee di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti.
Rinnovo della cessione del quinto
La cessione del quinto è un prestito rinnovabile ma solo a condizione che siano trascorsi due anni dalla prima richiesta e che il contraente abbia rimborsato il 40% delle rate. In caso di rinnovo il vecchio prestito cessa di esistere e al richiedente devono essere rimborsati per ogni rata le commissioni della banca, gli interessi e le quote assicurative non godute.
Diritto di recesso
In caso di ripensamento, il consumatore ha 14 giorni di tempo per recedere dal contratto e non ha bisogno di ricevere il consenso della banca o della società finanziaria. Il diritto di recesso deve assere comunicato a chi materialmente deve erogare il prestito e qualora questo sia stato già attivato, si hanno 30 giorni di tempo per restituire interessi e capitale maturato, secondo quanto previsto dal contratto stesso.
Ritardato pagamento
Può accadere, per qualsiasi ragione, che chi ha richiesto il prestito, non riesca a pagare una rata. In tal caso sulla successiva dovrà essere applicato l’interesse di mora relativo alla somma non corrisposta.
Risoluzione del contratto
Se il richiedente perde il lavoro oppure subisce una riduzione dello stipendio (o gli viene sospeso), la Banca o altro ente preposto al finanziamento procedono alla risoluzione del contratto. In questo caso la compagnia assicurativa potrà utilizzare il TFR come garanzia. Se la liquidazione non basta, il debitore deve risarcire personalmente il credito residuo.
Vantaggi e svantaggi della cessione del quinto
I vantaggi offerti dalla cessione del quinto sono numerosi e riguardano sia la figura del debitore che quella del creditore. L’accessibilità garantita anche ai cattivi pagatori, i tassi vantaggiosi e la facilità con cui si ottiene sono solo alcuni degli aspetti positivi di questo prodotto finanziario. Ne possiamo elencare anche altri tra cui:
· La durata variabile del prestito
· La totale assenza di spese di intermediazione
· Il pagamento semplice e automatico che mette al riparo da possibili sviste e dimenticanze
· La possibilità di rinnovo
· Non necessita di garanti o particolari garanzie
· La possibilità di estinzione anticipata
· La copertura assicurativa che mette al riparo dagli imprevisti
Lo svantaggio più grande risiede nel blocco del TFR, utilizzato come garanzia dalla compagnia di assicurazioni, per cui nel periodo di rimborso della cessione non è possibile richiedere nessun anticipo. Altro svantaggio è rappresentato dai requisiti di ammissibilità per cui chi lavora da poco tempo e magari svolge la sua attività in piccole aziende che hanno pochi dipendenti, non può richiedere questo prestito.
Infine, una particolare attenzione va prestata ai costi che riguardano l’intero prestito perché in qualche caso specifico possono risultare molto elevati. Come per qualsiasi prodotto finanziario, è fondamentale leggere attentamente le condizioni contrattuali per valutare con cura gli aspetti relativi agli interessi e alle spese previste per l’erogazione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione.